La menopausa è una degli eventi fondamentali che caratterizzano la vita della donna.

È caratterizzata dalla sospensione permanente del ciclo mestruale e rappresenta il termine del periodo fertile (ovvero del periodo in cui si possono avere gravidanze). Sebbene la maggior parte delle donne percepisca questo momento come una tappa naturale della vita, molto spesso comporta la comparsa di sintomi mal sopportati.

 

Ma perché si va in menopausa?

La menopausa intercorre nel momento in cui le ovaie, organi genitali femminili, cessano la loro attività di maturazione degli ovuli (cellule che se fecondate consentono la gravidanza) e di produzione di ormoni femminili. In Italia, l’età media in cui le donne entrano in menopausa va dai 49 ai 51 anni, anche se l’intervallo di presentazione di tale condizione può variare dai 45 ai 55 anni.

La cessazione della funzionalità ovarica può essere:

  • Fisiologica (o naturale): la menopausa in questo caso intercorre come meccanismo protettivo nei confronti della donna quando una gravidanza comporterebbe un rischio per la vita della donna stessa. Si può definire come una specie di meccanismo di autodifesa che il corpo attua nel momento in cui la gravidanza e il parto sarebbero eventi estremamente rischiosi per la salute della donna
  • Iatrogena (o indotta): si verifica quando a seguito di terapie chirurgiche (asportazione delle ovaie) o mediche (somministrazione di chemioterapie, radioterapia pelvica…) si ha una cessazione della funzionalità ovarica. Nel caso in cui la donna sia sottoposta all’asportazione del solo utero (isterectomia), tuttavia, sebbene ci sia comunque l’impossibilità della gravidanza e la scomparsa del ciclo mestruale, le ovaie conservano la loro funzione di produzione ormonale. Di conseguenza, la donna non viene considerata in menopausa fino alla completa cessazione dell’attività ovarica, anche se in genere in questi casi si verifica comunque precocemente rispetto a una donna con utero conservato.
  • Precoce: menopausa che insorge prima dei 40 anni, dovuta a una alterata funzionalità ovarica conseguente a un insufficiente numero di follicoli alla nascita, patologie autoimmuni (probabilmente conseguente alla presenza di auto-anticorpi che impediscono la corretta maturazione degli ovuli), anomalie genetiche e difetti enzimatici.

La donna si può considerare in menopausa quando ha una sospensione dei cicli mestruali per almeno 12 mesi consecutivi, oppure la presenza di sintomi tipici della menopausa in donne sottoposte in precedenza ad asportazione dell’utero. Generalmente, per le donne di età superiore ai 45 anni non è necessario il dosaggio ormonale per definire lo stato di menopausa (anche se frequentemente si utilizzano per confermarlo), al contrario l’esecuzione di tali test potrebbe essere consigliabile in alcune situazioni particolari, come ad esempio nelle donne con età compresa tra 40 e 45 anni con sintomi tipici della menopausa (incluse le irregolarità mestruali) e nelle donne in cui si sospetta una menopausa precoce, anche al fine di identificarne la causa.

La menopausa è un momento della vita della donna che si inserisce in un più ampio intervallo di modificazioni dell’attività ovarica e di oscillazioni della produzione ormonale, che spesso cominciano molti anni prima rispetto all’insorgenza della menopausa vera e propria. In questo intervallo possiamo distinguere:

  • La perimenopausa; periodo compreso tra diversi anni prima della sospensione del ciclo e un anno dopo la menopausa, caratterizzato da irregolarità mestruali, che in fase iniziale si possono presentare con cicli di durata superiore a 7 giorni e in fase tardiva con periodi di assenza di ciclo variabili da 2 a 3 mesi. In fase tardiva, spesso iniziano a presentarsi anche i sintomi vasomotori (vampate) tipici della menopausa. È bene ricordare che in questa fase, sebbene la fertilità della donna sia ridotta, è ancora possibile una gravidanza. È pertanto fondamentale l’adozione di metodi contraccettivi efficaci al fine di prevenirla. (link contraccezione)
  • La menopausa in senso stretto; inclusa nel periodo perimenopausale, ma caratterizzata dall’assenza di ciclo per almeno 12 mesi e dalla presenza di sintomi vasomotori.
  • La postmenopausa; periodo che inizia un anno dopo la menopausa, caratterizzato dalla permanente assenza di ciclo, la progressiva scomparsa dei sintomi vasomotori ma l’aumento di sintomi attribuibili alla sindrome genitourinaria della menopausa (secchezza e atrofia vaginale, frequenti infezioni delle basse vie urinarie…).

Pillola concezionale e menopausa

Molte donne continuano ad assumere regolarmente la pillola anticoncezionale anche quando si avvicina l’età della menopausa. La terapia estroprogestinica (pillola o anello) si basa sull’assunzione di ormoni che sopprimono la produzione di ormoni da parte dell’ovaio al fine di impedire la maturazione follicolare e di conseguenza la gravidanza. Questo comporta che molto spesso le donne in età menopausale non si accorgano dell’avvenuta transizione perché continuando ad assumere gli ormoni che con la menopausa non sarebbero più prodotti non avvertono né i sintomi tipici né la cessazione del ciclo. In questi casi, per confermare la diagnosi di menopausa è necessaria la sospensione del contraccettivo e la verifica della mancanza del ciclo. L’esecuzione di test di laboratorio in donne che assumono la pillola è inutile in quanto gli indicatori di menopausa sono gli stessi ormoni che la donna assume con il contraccettivo.

 

Quali sono i sintomi della menopausa e come si possono alleviare?

I sintomi caratteristici della menopausa sono correlabili alle fluttuazioni ormonali cui la donna è soggetta in questa fase di transizione e possono durare da pochi mesi a diversi anni con diverse intensità.

I sintomi possono essere riassunti sulla base della tipologia in tre categorie principali:

  • I sintomi vasomotori, ovvero le “vampate di calore” e la sudorazione notturna, che si pensa siano conseguenti a un riassetto del centro di termoregolazione presente nell’ipotalamo ad opera delle oscillazioni ormonali. Si presentano in circa l’80% delle donne, possono cominciare già prima della cessazione del ciclo e durano in media da 1 a 4 anni. Si presentano con una forte e improvvisa sensazione di calore, accompagnata a un arrossamento del viso e del collo, e durano in media dai 5 ai 30 minuti. Spesso si accompagnano a sudorazione profusa, spesso la notte.
  • I sintomi genitourinari, più tipici della fase tardiva, sono conseguenti alla ridotta produzione di estrogeni, che svolgono una funzione di rafforzamento e lubrificazione sulla mucosa (tessuto di rivestimento) della vagina. Spesso si presentano con secchezza vaginale, dolore durante i rapporti (in parte conseguente alla ridotta lubrificazione in parte all’assottigliamento della mucosa vaginale), frequenti irritazioni, talvolta con prurito, formazione di piccole lacerazioni a livello della parete vaginale e un aumentato rischio di infezioni sia delle vie urinarie (per esempio cistiti) e a livello vaginale.
  • I sintomi neuropsicologici, spesso transitori, che comprendono stanchezza, irritabilità, depressione, ansia, disturbi del sonno che spesso comportano difficoltà di concentrazione e perdita della memoria.

La menopausa agisce inoltre modificando la percezione del dolore. La ridotta produzione di ormoni indotta dalla menopausa, infatti, agisce migliorando tutte le sindromi dolorose ad essi correlate, come ad esempio il dolore addominale nella sindrome premestruale, il dolore associato a endometriosi e le emicranie mestruali o premestruali. D’altra parte, bisogna tener conto che la menopausa, specie quella precoce, predispone ad un alto rischio di osteoporosi e che può peggiorare il dolore articolare e scheletrico.

Per contrastare gli effetti della menopausa e i sintomi ad essa correlati, ci sono molte armi a nostra disposizione:

  1. Adotta uno stile di vita sano – anche in assenza di sintomi, è necessaria comunque l’adozione di uno stile di vita sano per contrastare le modificazioni metaboliche indotte dalla menopausa. La ridotta produzione di ormoni femminili correlata alla menopausa, infatti, comporta un aumento della massa grassa (specie nel distretto addominale), una riduzione della massa magra e della densità minerale dell’osso. Queste variazioni metaboliche, dovute al ridotto consumo dei grassi da parte dell’organismo e al minore dispendio energetico, comportano un rischio per la salute in quanto aumentano la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari, obesità, diabete e osteoporosi. Risulta pertanto fondamentale l’esecuzione di controlli periodici che comprendano non solo gli esami di routine, ma anche esami che indaghino sulla densità ossea e il controllo della pressione arteriosa. È inoltre fondamentale il controllo del peso, attraverso una dieta equilibrata, l’abolizione del fumo, l’integrazione del calcio (specie nel periodo compreso tra i 2-3 anni precedenti alla menopausa e i 3-4 anni successivi) e una regolare attività fisica.
  2. Consigli comportamentali – quando una donna presenta vampate e sudorazione notturna, è consigliato evitare situazioni che possano scatenare la crisi, come ad esempio frequentare ambienti molto caldi, l’uso di molte coperte la notte o forti stress emotivi. È inoltre preferibile vestirsi a strati, in modo tale da potersi spogliare quando sopraggiunge una crisi, raffreddare gli ambienti (abbassando ad esempio il termostato o usando ventilatori). Per quanto invece riguarda i disturbi della sfera intima, è consigliabile l’utilizzo di lubrificanti e idratanti vaginali per migliorare la secchezza vaginale. Tali prodotti sono disponibili in commercio sotto forma di creme o ovuli e possono essere a base di sostanze naturali o di estrogeni, la cui azione si realizza solo a livello locale. Non sono assolutamente controindicati i rapporti sessuali che anzi preservano la funzione vaginale.
  3. Terapie complementari e alternative – quando i disturbi associati alla menopausa sono di modesta entità ma non possono essere controllati da norme comportamentali, una soluzione valida potrebbe essere il ricorso a prodotti fitoterapici o terapie alternative. Composti a base di soia e di cimicifuga racemosa hanno dimostrato di essere utili per il controllo dei sintomi correlati alla menopausa, compresi i sintomi vaginali, anche se per il controllo dei disturbi del sonno e dei sintomi vasomotori pare essere più efficace a lungo termine il ricorso a estratti del polline. Aromaterapia, yoga e agopuntura hanno dimostrato un’efficacia nel controllo dei disturbi dell’umore e dell’ansia.
  4. Terapia ormonale sostitutiva – è indicata nelle pazienti con sintomatologia moderata o severa e nelle pazienti in cui le terapie descritte in precedenza non abbiano portato a benefici in un mese. Generalmente, si prescrivono associazioni estro-progestiniche nelle pazienti con utero conservato e terapie a sola base estrogenica nelle pazienti sottoposte in precedenza a isterectomia. Nelle pazienti in cui l’utilizzo degli estrogeni è controindicato, si possono utilizzare formulazioni a base di progesterone, che ha buona efficacia su vampate e sudorazioni notturne ma non sui sintomi urogenitali. Questa terapia non è esente da rischi ed effetti collaterali; pertanto, si utilizza al dosaggio minimo per il minor tempo necessario. Non protegge inoltre dal possibile sviluppo di patologie cardiovascolari, demenza e osteoporosi, anche se, per quanto riguarda quest’ultima, può ritardarne l’insorgenza in donne che non ne sono ancora affette ma che hanno un alto rischio. In donne che soffrono di patologie cardiovascolari (pregressa trombosi, pregresso ictus, pregresso infarto, ipertensione non controllata), di calcolosi della colecisti e che hanno una forte predisposizione per lo sviluppo di neoplasia della mammella questa terapia è controindicata.

Il trattamento dei sintomi associati alla menopausa dovrebbe sempre essere sottoposto al giudizio di un medico, al fine di scegliere il trattamento più adeguato sulla base dei sintomi e soprattutto della loro importanza.

 

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